Dal punto di vista gastronomico, è considerato un buon pesce, anche se la sua taglia media non oltrepassa i trecento grammi. E' un pesce estremamente combattente e "tira" come un forsennato, nonostante le sue ridotte dimensioni; quindi si rileva un ottimo antagonista dal lato sportivo. Le attrezzature con i relativi finali come attrezzature primarie, impiegheremo canne possibilmente in carbonio, lunghe circa quattro metri: ottime quelle all'inglese che si rivelano particolarmente adatte per i lanci di lenze sottili. Comunque, a prescindere dalla moda anglosassone, altre tipologie di canne come le bolognesi a lunghezza similare vanno ugualmente bene. A questi requisiti ne aggiungeremo altri, come, ad esempio, la possibilità di poter disporre di anelli o passanti in buon numero, equamente distribuiti e realizzati con ottimo materiale ad alta dispersione di calore. L'azione delle canne sarà quella di punta e media.I mulinelli saranno quelli tipici della categoria 050, ossia a grandezza medio-piccola, a tamburo fisso. Il mercato attuale ne mette a disposizione una miriade: con leva da combattimento, con doppie frizioni, oppure supertrattati contro la corrosione o realizzati con leghe speciali e frizioni in carbonio.Indipendentemente dai requisiti "tecnologici" che può offrire un determinato mulinello, quello che effettivamente conta, e che occorre nella sostanza, è che sia funzionale, semplice, robusto e di conseguenza ... longevo. Praticamente i mulinelli migliori devono essere dotati di organi meccanici interni in bronzo, in acciaio inox e con frizioni speciali per garantire le catture più qualificate. Insomma, mulinelli, il cui costo risulta sensibilmente più alto degli altri, ma giustificato per la loro affidabilità nella pesca e nel tempo. Per quanto riguarda la lenza madre ed i finali, dovremo regolarci nel modo che segue per avere una buona garanzia di successo. Considerando che questa particolare tecnica di pesca la si può eseguire sia di notte che di giorno, potremo variare a nostra discrezione le selezioni dei monofili. Riguardo alla lenza madre, cioè quella da avvolgere in bobina, opteremo per uno 0,16/0,18 ad utilizzo notturno, e uno 0,14/0,16 per un impiegoordinario.Per il finale, sceglieremo un monofilo con sezione variabile a seconda delle condizioni di trasparenza delle acque, e cioè dello 0,08/0,10 oppure dello 0,12. Naturalmente questa logica la si segue in condizioni ordinarie e diurne. Se la pesca si farà di notte e risulterà fruttuosa, magari con prede qualificate, a questo punto potremo tranquillamente usare un finale dello 0,16 oppure un monofilo unico dello 0,18. Prepariamoci al montaggio della lenza completa che deve essere effettuato
con una certa metodologia. Tutto è necessariamente subordinato alla presenza delle nostre amiche pinnute che possono sostare in superficie, negli strati intermedi o nelle vicinanze del fondo del mare. Un montaggio tipico da occhiate lo si ottiene facendo scorrere la madre lenza negli anelli e inserendoci un galleggiante porta starlight (uso notturno) piombato a grammatura variabile a seconda delle nostre esigenze riguardo ai lanci. Il galleggiante lo fisseremo in modo da far giungere l'esca alla distanza voluta di circa 2-3 metri dalla superficie, oppure lo renderemo scorrevole se ci accorgeremo che le occhiate sono presenti in profondità. Al capo della madre lenza genereremo un'asola, alla quale fisseremo il finale vero e proprio, costituito appunto da un monofilo dello 0,10/0,12 o 0,16. Il finale suddetto recherà un solo amo, ed anche questo varierà nelle misure dal n. 16 al n.Un pallino oppure due pallini del n. 9-10. Uno di questi va distanziato dall'amo di circa 80 cm per far fluttuare meglio l'esca in corrente. Le esche e le pasture:Esche ce ne sono molte appetite dalle occhiate, dalla polpa di sardina al fiocco di pane, dalla pasta per le occhiate commercializzata sotto forma di sfarinato, ai bigattini, e poi vermi, crostacei e molluschi vari. Tra queste esche tipiche
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